Canonico Oggi
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1 settembre 2007 - Mimmo Canonico Reloaded
Senza fine la ricerca di Canonico
La ricerca come si sa non ha mai fine! E non solo nella Scienza e nella Tecnica, ma anche negli altri campi cosiddetti “umanistici” dello scibile umano.
Anche nella Pittura sorella d’Amore e di privilegio della Poesia e della Musica la ricerca ha spaziato e spazia andando oltre i confini già individuati come grandiosi, le pietre miliari già poste lungo la strada dell’Estetica, gli obiettivi alti (anche etici) già raggiunti.
Certo è che nei mitici anni Sessanta nessuno avrebbe immaginato che la pittura monocromatica, che si andava diffondendo in Europa e negli Stati Uniti, avrebbe anche “preso” così tanto MIMMO CANONICO da fargli lasciar da parte, per un po’, la sua ricerca, che già da allora si andava sempre più indirizzando verso il paesaggio d’orizzonte, la natura che con la sua bellezza esalta l’avventura dell’uomo sulla terra, le rose (di un rosario senza fine profumato) e le “nature morte” e, via via, la malinconia delle crepe e dei cespugli, la nostalgia di finestre che sbadigliano o di porte socchiuse che ammiccano….
E così l’artista di Doria si cimenta e si innamora del dipinto monocromo e, cioè, di una forma di espressione artistica che s’incentra nell’uso e nella produzione di opere di un unico colore; pertanto, la campionatura della tela così come gli “oggetti” rappresentati, le tonalità come la luminosità, ecc., tutto questo è giocato nel caso di Mimmo CANONICO in modo grandioso con un solo colore, appunto un “monocromo”, al quale il Pittore chiede tutto, mentre questo colore accarezza e leviga, addolcisce e modella, spalma e centellina….
Sostanzialmente, si tratta di una pittura a tinta unica, dove il chiaroscuro fa la parte del leone con il suo gioco di luci e di ombre, che spaziano allegre o compunte, serie od ironiche indisturbate e sbarazzine tra ciò che si vede e ciò che non si vede, tra ciò che s’intuisce e ciò che s’immagina e che, magari, l’autore non pensava affatto (alcuni autori di pittura monocroma sono Piero Manzoni ed Enrico Castellani, Ives Klein a Alan Charlton).
La scelta di Canonico di ri-tornare oggi, primi anni del Duemila (dai lontani e stupendi anni Sessanta…) alla pittura monocromatica e l’entusiasmo che lo ha avvolto nel ri-scoprirla e nel ri-viverla ancora così tenacemente nel suo cuore e nella sua mente sono anche una notevole scelta di coraggio artistico e una sfida per guardare oltre la siepe.
Difatti, la tavolozza ricca dei colori dell’iride è una “sicurezza” per chi dipinge e da’ una certa tranquillità anche sui risultati; viceversa, lavorare su un solo colore sui grumi e le sue angolature, sui suoi rifiuti e sulle sue carezze significa osare; e la ricerca che è senza fine, è in questo contesto di idee, anche senso ed orizzonte, è soprattutto creatività e genialità.

FRANCESCO FUSCA - POETA
in occasione della personale di Sibari, 3 ottobre 2003

Vecchi amori
Olio su tela, 2003


Composizione lampada e candela
Olio su tela, 2003





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