Conenna parla di Mimmo Canonico
Credo che, ad occhio e croce, la mia conoscenza dell’operazione artistica di mimmo canonico risalga a oltre i venti anni.
Non so se esista biografo più qualificato a parlare dunque, di quanto e di come l’artista abbia lavorato, in questi quattro lustri abbondanti, per giungere alla completezza espressiva dei giorni nostri.
Certamente anche un osservatore meno attento saprebbe, risalendo una pur breve ansa del fiume d’episodi e di fatti d’arte che hanno costellato questa sua operazione ventennale, che canonico ha avuto un ruolo estremamente di evidenza tra gli autori contemporanei, nella trattazione del tema delle “nature morte”.
Tema su cui sarebbe facile il rischio del deja vu o della ripetizione differente o del richiamo ai capi storici che hanno trattato la materia.
Invece ci troviamo in presenza di una operazione meravigliante, quella della magione della oggettistica consueta, usuale, che ritroviamo ogni giorno sotto i nostri occhi, in un quid misteriosamente spirituale.
Le ciotole, i vecchi lumi e gli oggetti che canonico riporta alla luce, alla superfice delle tela (in questo caso con un assiemaggio naturalista di cardi, castagne e funghi.. Carnali e carnosi), dal buio della nostra memoria non sono un momento di esercitazione oggettuale, condotta sul filo delle rimembranze, di quel materiale figurativo che ognuno porta dentro, ma sono personaggi, attori e comprimari, di una recita a soggetto sempre nuova ed evincente che ci riporta al grande fascino dell’esistere quotidiano, all’irrisolto e sempre rinnovato dualismo tra uomo e materia.
Donato conenna critico d’arte
DONAT CONENNA - CRITICO D'ARTE
inagurazione mostra personale di Mimmo Canonico a Sesto Calende 1975
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Cesto di funghi Olio su tela, 1974
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Composizione con funghi Olio su tela, 1975
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